Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

IL REGIME SUDAMERICANO IN ARRIVO IN ITALIA (di Franco Marino)

Dallo scorso anno corrispondo via email con una signora italoargentina di settant’anni che ha vissuto la tragica esperienza del regime di Videla.
Ci conoscemmo quando, sulla pagina, parlai del caso Logli, condannato per l’omicidio della moglie, Roberta Ragusa, e provai ad illustrare quali rischi si corrano nel condannare una persona per omicidio senza che il cadavere della vittima sia stato mai trovato.
Intendiamoci, riesce davvero difficile pensare che la Ragusa si sia allontanata sua sponte e che Logli non sia colpevole. Ma la differenza tra uno stato di polizia e uno stato di diritto è che in quest’ultimo si condanna qualcuno solo quando le prove soffocano ogni ragionevole dubbio. E non è certo il caso di Logli.
Quel caso costituisce un pericolosissimo precedente e in questi anni il giornalismo di cronaca nera, attraverso mille casi di presunti colpevoli sbattuti come mostri in prima pagina, ha lavorato ai fianchi dello spirito critico e dei cardini di una civiltà giuridica per creare alcune verità niente affatto vere. Che un uomo infedele possa essere automaticamente un assassino, i classici file pedopornografici che magicamente emergono nel pc della vittima (e nessuno si chiede se qualcuno non li abbia messi di proposito per aggravare un quadro indiziario altrimenti debole) e tante altre amenità, fino all’immancabile “sguardo di ghiaccio” del potenziale assassino.
Nel momento in cui questo atteggiamento prende piede, è facilissimo costruire la narrazione classica dell’uomo infedele, della moglie che scopre tutto e far sparire quest’ultima, magari perchè il presunto assassino, anche a sua insaputa, è scomodo per qualcuno che è in alto e ha interesse a liberarsene. Non sarà il caso di Logli o di Parolisi ma una volta creato il precedente, sarà il caso di qualcun altro.

Quando espressi questi dubbi, una signora nel complimentarsi con me, spiegò che proprio l’ascesa di Videla fu preceduta dalla clamorizzazione di alcuni fatti di cronaca nera. E in questi anni, ci siamo spesso scambiati opinioni sull’evoluzione della situazione italiana.
Dinnanzi ad una mia domanda: “Che differenza c’è, secondo Lei, tra il regime argentino e quello italiano instaurato da Conte?”
La sua risposta: “Nessuna differenza se non nel fatto che quello di Conte potrebbe tanto essere il regime ufficiale che si instaurerà (e che sicuramente avrà in quel caso protettori esterni come li aveva Videla) tanto essere la levatrice del futuro regime. Che sia assurdo paragonare i due regimi, contando sulle atrocità del regime di Videla, lo può sostenere solo chi non l’ha vissuto. Noi lo schifo dei desaparecidos lo venimmo a sapere solo quando Videla se ne andò. Questo significa che in Italia si potrebbe benissimo già essere in una situazione analoga o arrivarci tra poco. Di sicuro, gli inizi sono stati identici. In Argentina c’era il caos politico, c’era chi soffiava sui rancori tra schieramenti politici opposti e il risultato fu quello di dividere il paese in due, così che quando iniziarono le rappresaglie nessuno denunciava le improvvise scomparse al buio del vicino di casa o del parente, perchè tanto non gliene fregava niente, era un nemico politico. Io vedo le stesse cose arrivare qui in Italia”.

Dedicato a chi crede che tutto quello che accade in Italia sia normale.

FRANCO MARINO

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