Il Detonatore

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I SURREALI DIALOGHI DI VALENTINA NAPPI CON I SUOI FOLLOWER – E IL TRAGICO È CHE HA RAGIONE LEI (di Matteo Fais)

Lei è fuori come un balcone abusivo costruito a Napoli – una di quelle escrescenze cancerogene inasportabili. Cionondimeno, è una figa inenarrabile. Bella piena, carnosa. Penso che una delle gioie più grandi in questo miserabile e schifoso universo sia schiaffarle una sonora manata in culo… Beh, l’avete capito, me la farei a scoppio per diciotto ore, solo per poi ricominciare. Quando una è una gran topa è una gran topa, punto. 

Detto ciò, la seguo su Twitter, oltre che per vedere le foto da nuda – quella vagina non è normale, non può avere l’aria di un dolce nella vetrina di un dannato pasticcere -, per leggere i suoi surreali dialoghi con gli utenti del social.

L’undici settembre, nel famoso anniversario, ne ha detta una fantastica, che ha mandato in palla le nazifemministe, le quali – che strano – la volevano segnalare per farle chiudere l’account. “A 12 anni vidi un ragazzo masturbarsi in auto in mezzo al traffico. Io ero a piedi e gli passai di fianco. All’epoca avevo appena cominciato a masturbarmi e la cosa mi eccitò. Io non capisco perché ci siano le aree fumatori ma non le aree per fare sesso o masturbarsi”.

Premesso che già il pensiero che lei si ecciti guardando uno che si masturba mi eccita – scusate la contorsione, ma sono un maiale dalle intricate circonvoluzioni mentali -, bisogna dire che non ha tutti i torti. O meglio: lei è una donna proprio malata, ma in un’ottica progressista ha ragione – perlomeno, molto più delle femministe che la criticano.

In un mondo in cui andare a culo fuori è consentito – e non ti deve indignare, altrimenti sei un retrogrado -, la verginità prematrimoniale è una stronzata, puoi vendere le foto di nudo su Onlyfans, e via pecoreggiando, che cazzo, anche io, maschio, devo avere i miei diritti. Se degrado deve essere, porca troia, voglio la mia parte.

Se una come Valentina può andare in spiaggia a tette fuori e buco del culo tra il vedo e non vedo, perché io non posso tirarmi fuori il cazzo e, guardandola, farmi una sega a due mani, santo cielo? Perché lei può provocare in luogo pubblico e io non posso avere un’erezione e liberarmi in estatica contemplazione? Mi sembra ingiusto. Abbiamo detto che non c’è niente di male nell’eccitazione, o sbaglio? Una donna deve essere libera… E io? Perché, se lei può mostrarsi, io non posso masturbarmi? Invece, non puoi nemmeno dire a un figone adagiata mezza nuda sulla sabbia un “ciao” che subito accorre la buoncostume femminista. Ha ragione la Nappi, in tal senso: “Non voglio mettere sullo stesso piano un ‘ciao bella dove vai’ e una mano sul culo da parte del boss”.

Io sono ancora più estremo: se vogliamo la libertà, che sia vera, a più ampio raggio. Perché devo stare lì, sull’asciugamano da mare, a sentirmi friggere le palle, in questo eterno preambolo di un porno mai iniziato? Tu puoi stare nuda e io, col cazzo in mano, posso far quel che mi pare. Parità di diritti: tu nuda, io nudo e ognuno fa quel che vuole col suo organo sessuale. 

Da questo punto di vista, meglio la Nappi delle femministe puttan-suore e fighe di legno. Altrimenti, è progressismo per una sola parte, mentre l’altra non può nemmeno guardare… Col cazzo!

Matteo Fais

L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. A ottobre, sarà nelle librerie il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

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