Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

L’EDITORIALE – STALINISMO IN GONNELLA – IL LIVELLO INFIMO DELLE CRITICHE MOSSE DALLE FEMMINISTE A “IL DETONATORE” (di Matteo Fais)

Mettono, su Facebook e Instagram, la foto o un video di dieci secondi, di Simone de Beauvoir, ma non hanno mai letto Il secondo sesso. Questo è il livello di femministe e femministi (i maschietti zerbini). Prova ne sia l’infima e maleodorante cloaca dei commenti che, soprattutto ultimamente, sono piovuti su di noi da parte di queste piccole donne – di quelle che non cresceranno mai, diversamente dalle ragazze del noto romanzo di Louisa May Alcott. Si tratta di esserini perennemente mestruati e incattiviti, forgiati da decenni di propaganda contro il “maschio bianco etero” visto come usurpatore patriarcale, potenziale violentatore e via delirando.

La loro non è critica, volontà di confronto, neppure odio – sentimento troppo nobile per certa gente. Si tratta semmai di mancanza di cultura, scarsa attitudine al dibattito democratico, assenza di letture formative, insicurezza rispetto alle proprie convinzioni intellettuali. Non poco hanno influito anche le professoresse invasate del post ’68, che hanno riempito loro la testa con stronzate tipo “LA TOOONNNAA SOTTOTTOOMMEESSAA NEI SEEECCOLI”, neanche vivessimo nel ’600.

Infatti, difficilmente vanno oltre i soliti insulti quali “incel”, “sfigato”, “nessuna deve avertela mai data”. Inutile anche cercare di rispondere. O meglio, io che credo nell’utilità dell’inutile mi arrischio a replicare a coloro che scrivono dicendomi che dovrei “farmi curare”, o cose simili, ma ogni volta che lancio la proposta di un confronto sereno e pacato, stranamente – e sottolineo stranamente – tutte si tacciono.

Insomma, se non sei femminista, secondo loro, non hai mai visto la figa. Poi, magari, scopri che sono dei cuckold.

Pensate, peraltro, se io dovessi ribaltare la loro argomentazione. Qualcosa tipo “chissà perché tu invece difendi a spada tratta la società attuale, progressista e allergica al testosterone, femminilizzata e senza identità, falsamente libera sul piano sessuale… Sarà che hai preso cazzi come il verduraio ha maneggiato cetrioli”. Ve l’immaginate lo scandalo? Infatti, non lo farei mai – anche perché è una questione di classe. La vita sessuale di una persona, così come le caratteristiche fisiche, non costituiscono un argomento da far pesare nella valutazione delle sue idee. Le femministe lo utilizzano comunque. Prendono in giro incel e redpillati se sono brutti, grassi, poco attraenti, e riducono le loro tesi a un solo punto: l’assenza di sesso nella loro esistenza.

Voi avete ricevuto risposta? Io no.

Per quel che mi concerne, non ho da vantarmi delle mie conquiste, se non in contesti goliardici e con tono scherzoso, ma dal loro punto di vista io non avrei un pensiero che uno non legato a quanto il mio uccello abbia sfregato lungo una parete vaginale. Patetico.

Invero, buona parte della decadenza culturale del nostro Paese è dovuta a tale prepotenza instaurata nel dialogo sociale dal genere femminile. Quasi dovessero farci pagare per colpe che noi non abbiamo mai commesso, ci affrontano astiose e con una violenza inaudita, tentando addirittura la carta del cyberbullismo e del bodyshaming. Insomma, le donne sembrano aver assimilato in tutto e per tutto il peggio della mascolinità. Sono proprio tossiche, tossiche e pericolose. Nascoste dietro profili fasulli, dileggiano e sparlano, perculano. Io ne ho pietà. Sono tutte ragazze vittime della propaganda. Se avessero fatto un figlio, forse non perderebbero tempo dedicandosi a segnalazioni di masse contro il sottoscritto – che si limita a esprimere un’opinione, mica va in giro a picchiare chi non la pensa come lui. Ma per loro è troppo anche questo. Non puoi pensare certe cose e non ti deve essere consentito di scriverle. Stalinismo in gonnella, ecco di che si tratta. Palesemente, donne simili sono persone insicure e psicologicamente deboli, fanatiche. Solo la vista del sangue le soddisfa, proprio come al peggior maschio. Mi domando, tra parentesi, perché tanto accanimento contro di me. Mi chiamo Matteo Fais, mica Matteo Salvini. Non ho mai rubato, stuprato, fatto a botte. Insomma, chi cazzo sono per meritare tanto odio? Peraltro, non ricevo soldi pubblici per quello che faccio. “Il Detonatore” è un blog di tre amici buontemponi. Non facciamo informazione. Ci piace scrivere le nostre opinioni, sensazioni e fondamentalmente, visto che il sito non ce lo mantenete voi, il cazzo che ci pare. Non siamo il dannato “Corriere”. Se vi piace quello che buttiamo giù ogni giorno bene, altrimenti andate a svangare la fava da altre parti. 

A ogni modo, queste donne accorse in massa come maestrine con la bacchetta, mi hanno provato quello che avevo sempre pensato: il novantacinque percento del genere femminile è esattamente come il novantacinque percento di quello maschile, fa schifo al cazzo.

Matteo Fais 

5 commenti su “L’EDITORIALE – STALINISMO IN GONNELLA – IL LIVELLO INFIMO DELLE CRITICHE MOSSE DALLE FEMMINISTE A “IL DETONATORE” (di Matteo Fais)

  1. Mi permetto di rispondere per la Signora, sul senso del Suo sentirsi offesa.
    Probabilmente Ella teme la possibilità, peraltro remota, che il Suo genere torni al servizio del Patriarcato.
    Si, di una sorta di schiavitú si trattó.
    Esse temono oscuramente questo e ne hanno ragione. Perchè dal 1968 a questa parte il Gentilsesso non sta dimostrando quella forza morale che rende dignità all’esseri liberi.
    Spero, lungo i secoli, che non sarà l’Islam a imporre un nuovo Patriarcato nel Nostro continente, ma l’Europa nuovamente Cristiana per la rinascita della Civiltà Occidentale.

  2. Se le persone non sono in grado di confrontarsi nel merito delle questioni ma solo di insultare, sarebbe meglio che andassero a commentare da altre parti.

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