Il Detonatore

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COSA C’E’ DIETRO IL BUONISMO DI QUELLI CHE “STANNO UMANI” (di Franco Marino)

Un aspetto, nel tentativo di spiegare la melassosa ipocrisia buonista che avvolge i media, non viene mai spiegato, l’origine del suo nutrimento e la dicotomia tra la palese ributtanza di molti suoi sostenitori e la simpatizzazione per certe cause umanitarie.
Sul disegno dei vertici politici, finanziari e mediatici – un tutt’uno, alla fin fine – per distruggere le identità europee, si è scritto tanto. Mai viene spiegato, invece, come sia stato convinto il popolo non soltanto della moralità di qualcosa di profondamente immorale ma anche della sua utilità.
Spiegare tutto col controllo dei mass-media non serve perchè i media funzionano fin quando qualcuno li trova credibili. Per spiegarmi meglio devo quindi fare una premessa, ovvero parlare del concetto di “beneficenza”, di “filantropia”, di come si sia evoluto negli Stati Uniti e di come, inevitabilmente, si sia diffuso in un paese che, degli USA, è un protettorato dal 1945.

Di per sè il concetto di beneficenza a fine non esplicitamente populista, nato nel mondo ebraico preromano, arriva a Roma insieme al cristianesimo.
Nel mondo pagano erano esistite cose del genere, ma si trattava di eventi (come le distrubuzioni di Mario o Cesare) che avevano un evidente intento politico. Con il cristianesimo l’intento politico viene mascherato dietro all’ideologia sociale religiosa assurgendo a precetto divino, la cui osservanza “casualmente” dà ai religiosi un certo consenso politico ed un certo gradimento sociale. Così, enti ecclesiastici iniziano a dedicarsi ai poveri, recuperando in immagine e ottenendo peso politico.
Non è che Mario e Cesare intendessero ottenere qualcosa di diverso. La loro era, semplicemente, una strategia esplicitamente politica che mirava a risultati esplicitamente politici. Con l’arrivo dello stato sociale universale in Europa – che, è bene ribadirlo, non si deve nè al comunismo nè al capitalismo sociale americano di fine Ottocento ma ***nasce col fascismo*** – abbiamo iniziato a distinguere la beneficenza dalla semplice attività redistributiva in campo sociale, ribattezzando “diritti” tutte quelle cose che prima erano elargizioni di un magnanimo sovrano oppure elemosina da parte dei ricchi e di conseguenza la beneficenza (e l’elemosina) hanno perso molto del loro potere mediatico e politico.
Ben diversamente, negli USA, dove il welfare da sempre oscilla tra il debole e l’inesistente, la beneficenza, che per noi europei è l’altro nome che si dà all’elemosina, diviene l’equivalente dello stato sociale. E’ un nome particolare perchè contiene un nuovo assunto; ovvero che da un lato arricchire è un merito per via della predestinazione alla grazia (pilastro del calvinismo) e dall’altro aggiunge ulteriore merito dare qualcosa a chi è meno fortunato.
D’altro canto tuttavia rimane un effetto collaterale politico notevole, che si chiami elemosina o si chiami beneficenza, quello che si ottiene organizzando queste iniziative. Se, per dire, la dottrina cattolica, del resto, prescrive che la beneficenza sia anonima – nel mondo protestante il merito va evidenziato, e quindi la beneficenza è diventata un vero e proprio show che il sistema americano premia e finanzia con esenzioni fiscali e che corrisponde ad un preciso disegno politico atto a convincere l’americano che:
– Non serve un vero stato sociale, dato che i ricchi essendo virtuosi divideranno i loro soldi facendo beneficenza, al punto che si chiama “compassionate capitalism”.
– I ricchi sono anche buoni, perchè fanno tanta beneficenza. Lunga vita ai ricchi.
– Se sei povero è perchè Dio è incazzato con te e ha deciso questo, MA per fortuna c’è la gente che Dio ama, che ti aiuterà, e quindi Dio sia lodato perchè manda i ricchi sulla terra.

In definitiva questi sono i messaggi dello spettacolo di beneficenza americano.

Il ritorno enorme in termini di immagine fa sì che nessuno, neanche i più schifosi e ributtanti personaggi del capitalismo americano, come Ford, Rockfeller, sino ad arrivare al famigerato Soros, si sia mai tirato indietro dal fare beneficenza: si tratta di una strategia di marketing che consente nel curare la buona immagine dell’industriale di turno. Un pochino come la fondazione Agnelli o la fondazione Montepaschi.
Ford voleva usare le scimmie al posto degli operai così come scrisse un saggio di natura chiaramente antisemita che ispirò il Mein Kampf di Hitler ma di lui si ricorderanno le elemosine e le attività filantropiche, di Rockfeller conosciamo la visione cannibalesca dell’economia che consisteva nel perseguitare e stalkerizzare sistematicamente chiunque gli facesse concorrenza (perchè i fanatici liberisti americani non vi diranno mai che loro amano sì il libero mercato, purchè sia il libero mercato americano) ma di lui ricorderanno le scuole che ha costruito, di Soros sappiamo tutto e non ha bisogno di presentazioni: primavere e rivoluzioni colorate scatenate in tutto il mondo, speculazioni finanziarie che distruggono le economie, ma di lui ricorderanno la sua “filantropia”.
Così come conosciamo tantissimi straricconi che decidono che alla fine della loro vita la propria azienda e i propri risparmi non vadano ai figli “perchè i loro figli devono farsi strada da soli”. Che si scrive così e si legge “Il sistema americano li ha creati e alla fine li detronizza”.
Tra questi Zuckerberg, per capirci.
Questa è, così, la logica dell’aiuto statunitense: un esplicito utilizzo a fine politico e mediatico della dazione, che una cultura di origine religiosa trasformerà in grazia di Dio allo stato puro.

Ed ecco cosa succede da noi.
Anche qui bisogna fare una premessa.
Considero la beneficenza una cagata pazzesca.
E non perchè io sia un egoista, un misantropo o chissà cosa.
Ma proprio perchè, per effetto dei meccanismi di cui sopra, so cos’è la beneficenza, ne conosco quelle che sono le vere pulsioni, so che essa ha *sempre* un ritorno in un modo o nell’altro, anche quando sembra che non lo sia.
Non c’è nulla di male nel fatto che vi sia un ritorno, purchè nel frattempo si risolvano anche problemi.
Se i problemi si risolvono, sei un narciso buono o quantomeno un imprenditore furbo che però ha fatto del bene.
Se invece nutri un sistema criminale, sei un semplice pezzo di merda che si sta lavando la coscienza.
Così, la mia visione del “fare del bene” e dell’altruismo è molto chiara: se vuoi fare del bene a qualcuno, non devi regalargli pesci, ma devi insegnargli a pescare, così se li procurerà da solo. Fuor di metafora, se io ti regalo dei soldi, non ti faccio del bene perchè quei soldi tu prima o poi li spenderai. Però posso fare in modo che tu avvii delle attività produttive, poi ovviamente controllerò *io personalmente* la spesa, affinchè i soldi finiscano dove debbano finire.

E questo può valere per moltissime cose ma approfondiremo il capitolo relativo all’immigrazione.
Il problema dell’Africa si risolve in un unico modo: paesi europei che si armano e vanno in Africa ad occupare quei territori, ponendo fine alla farsa delle “nazioni africane” che sono semplici stati fantoccio creati dall’ONU. Dopodichè, diversamente dal passato, invece di creare colonie e dunque cittadini di serie A (madrepatria) e di serie B (colonie), si annettono ai paesi europei. Per dire, la Libia, l’Etiopia, la Somalia, l’Eritrea diventerebbero regioni italiane. L’Italia comprerebbe le loro economie, prendendosi in cambio le loro materie prime, e porterebbe benessere, diritti e civiltà in quei luoghi. Qualche troglodita locale ha qualcosa da ridire? Viene arrestato e chiuso in carcere.
Tempo una generazione e il problema sarebbe risolto, a patto naturalmente di mettersi d’accordo con gli altri paesi europei. I locali sarebbero ben felici, avendo una casa, frequentando una scuola, avendo ospedali dove curarsi, di non pensare più che debbano farsi mutilare la fessa o che debbano indossare cenci del paleolitico per la semplice sventura di essere nate donne oppure che il principale scopo della vita sia quello di farsi saltare per aria perchè qualche malato di mente o abilissimo truffatore gli ha raccontato che esistono settantadue vergini ad attenderlo (detta come va detta, una gran fregatura. A me la donna piace porca)
E soprattutto SAREBBERO BEN FELICI DI RIMANERE IN AFRICA.

Cosa invece succeda in Africa davvero è accessibile a chiunque voglia davvero scoprirlo. Gli Stati Uniti, nel fingere di “liberare” l’Africa dai cattivoni europei, hanno creato attraverso l’ONU (di cui di fatto loro sono gli azionisti di stramaggioranza) una serie di stati fantoccio in Africa non giustificati da alcun elemento “nazionale”, dal momento che nella sola Libia, per citare il caso più vicino a noi, esistono circa 140 tribù con lingue, etnie, religioni, completamente diverse tra loro.
Arriva una potenza geopolitica che decide di sfruttare quel territorio sino a svuotarlo completamente, naturalmente non redistribuendo alla popolazione locale. Allora chiama un capotribù locale che appare più sveglio degli altri che si chiama Gheddafi e gli dice “Io ti faccio capo della Libia, ti arricchisco, ti rendo potente, ti proteggo però devi fare attenzione a darmi tutto ciò che voglio”. Il capotribù accetta ma la potenza geopolitica per autogarantirsi, finanzia segretamente un altro capotribù che, a seconda delle circostanze, può tanto diventare il braccio destro del leader di quella nazione, tanto essere il nemico del leader, pronto a subentrare se Gheddafi iniziasse a ribellarsi a quelli che a quel punto diventerebbero i suoi ex-protettori.
Un cialtrone, al secolo Barack Obama, incapace di cavare un ragno dal buco in ogni campo ove abbia tentato di farlo (eccetto la retorica, si intende) coadiuvato da Hillary Clinton gli dichiara guerra, devastando la Libia che è così divenuto una backdoor dalla quale arrivano milioni di africani in tutta Europa, creando pericolosissime bombe ad orologeria.A quel punto c’è la soluzione razionale dei sovranisti e cioè: “Gheddafi sarà anche un bastardo ma l’alternativa è il caos e tra il bastardo e il caos, molto meglio il bastardo” e poi c’è quella dei pidioti i quali dapprima votano la guerra in Libia, rendendosi così, di fatto, COMPLICI dell’invasione e poi piangono perchè tanti poveri cristi scappano dalla Libia. Tutta roba su cui basterebbe abbeverarsi dalle conoscenze della famosa tuttologa Grazia Arcazzo.

Moltiplicate la vicenda libica a tutte quelle degli altri 53 stati africani e avrete la risposta del perchè l’Africa è nella merda.
Tanti africani vengono in Italia, finiscono nelle maglie della criminalità, nutrono tutto quell’enorme business ruotante attorno all’accoglienza e dal momento che si tratta di ***decine di miliardi*** (“Gli immigrati rendono più della droga” Buzzi dixit) si fa in modo che i media peripatetici alla classe politica e dunque attori, cantanti, giornalisti, intellettuali, accusino di egoismo, di istigazione all’odio chiunque si permetta di dire “Signori, abbiamo prima un sacco di italiani in mezzo ad una strada per questo o per quel motivo”, ostracizzandolo dai media.
L’opinione pubblica, capendo l’andazzo, si accoda al conformismo ed ecco i social media brulicare di gente che per un bel 99% non ha mai conosciuto un africano in vita sua, che evidentemente non conosce l’odio profondo che queste persone hanno – anche giustamente eh? – nei confronti della nostra civiltà e quindi blatera di accoglienze che non saranno mai possibili perchè provengono da culture e da luoghi per le quali I NOSTRI DIRITTI SONO I LORO REATI E I NOSTRI REATI SONO I LORO DIRITTI.
Culture – va spiegato alle femministe del cazzo – dove si recidono quelle parti del corpo umano femminile deputate al piacere sessuale, perchè “il sesso va visto solo in funzione riproduttiva e non ricreativa”, luoghi dove la donna viene vista come una semplice fattrice che deve sfornare figli e per il resto dell’anno deve chiudere la bocca.
Quel 99% così non conosce davvero cosa sia l’Africa, come essa sia frantumata in migliaia di tribù unite solo da una cosa: l’odio nei confronti dell’uomo bianco. E così simpatizza per cause di cui non sanno assolutamente un cazzo di nulla, soltanto per nutrire il proprio narcisismo e la propria vanità. Morale della storia: in Africa continuano ad arrivare casse di viveri e di denaro da parte di coglioni europei, tutte nelle mani della malavita locale che serve naturalmente a rafforzarla e dunque ad *incentivare* la povertà.
In pratica, un gigantesco “just for the show”, cioè, la completa idiozia farloK-chic. Perchè lo fanno? Perche l’Africa e l’immigrazionismo sono un gigantesco spettacolo di beneficenza, è un’occasione per molti attori di farsi rivedere sul palcoscenico, per politici e imprenditori in crisi di riacquisire popolarità, uno spettacolo di beneficenza, una tragedia ridotta a semplice happening per ricche bagascie ingioiellate e scosciate, attori che fanno bagnare le logore passere della borghesia globalista, musicisti drogati che si fanno la barba ogni tre giorni, attrici dalla coscia levigata e politici mediocri in cerca di share. Chi cazzo se ne frega se poi in Africa il cibo finisce in mano alla malavita perchè non lo sappiamo distribuire, l’importante è sapere che il solito attore del cazzo, per paura di non lavorare più, ha fatto il suo spettacolo di beneficenza.
Questo ai vertici.
Alla base, tanti cretini multimediali, con l’ego in erezione e in crisi di autostima che a colpi di like e di cancellazione di amici fascioanalfabetoantivaxputinianomofobrazzoleghisti con tanto di insulti e di auguri di tumori al cervello, ogni giorno nutrono questo sistema, offrendo la facile maniglia per essere presi per il culo, al precipuo scopo di bagnare qualche vagina – a sua volta addestrata a bagnarsi solo in presenza di questi narcisi – e conquistarsi un finto credito sociale. Il tutto mentre il barbone sotto casa crepa di fame, magari appena mandato sul lastrico da qualche femminista psicopatica, che poi casomai condivide qualche post di Saviano o della Boldrini o licenziato in nome del liberismo, sostenuto dagli stessi che poi vogliono riempire il paese di clandestini.

C’è questo dietro il buonismo.
Nient’altro.

FRANCO MARINO

2 commenti su “COSA C’E’ DIETRO IL BUONISMO DI QUELLI CHE “STANNO UMANI” (di Franco Marino)

  1. Chiarissima sintesi politica.
    San Filippo Neri, San Giuseppe Calasanzio. San Giovanni Bosco raccoglievano i ragazzini dalla strada e inventarono le scuole pubbliche. Questi so o stati veri benefattori.
    Buona domenica.

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