Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

CHEF RUBIO, IL SIGNOR DISTRUGGERE E TUTTI I “RIBELLOCRATI” DEL WEB (di Davide Cavaliere)

Da qualche anno a questa parte, sulla rete, ha ottenuto un notevole successo un tale che si fa chiamare Il Signor Distruggere, al secolo Vincenzo Maisto, che sembra sbucato da una serie televisiva sulla Camorra

Il soggetto in questione, che ammorba gli utenti dei social media con stucchevoli post femministi e antirazzisti, ha fatto la propria fortuna mediatica per aver scoperto, si ritiene fortuitamente, un sottobosco digitale popolato da persone molto semplici e di bassa istruzione, in genere madri, che si scambiano consigli sgrammaticati sulla cura dei propri pargoli e l’allattamento al seno. 

Le donne in questione sono diventate l’oggetto di pesanti prese in giro da parte del “prode” femminista barbuto e delle sue groupies, che, tempo addietro, si riunirono in un gruppo privato su Facebook chiamato “Le puttane del Signor Distruggere” – non so se sia ancora attivo. 

Le cosiddette “mammine pancine” sono diventate il pungiball preferito di legioni di meschini appena scolarizzati, alla perenne ricerca di termini di paragone che li facciano sentire intelligenti. Appartengono, tanto per capirci, alla schiera di quelli che riprendono lo sfogo di un sessantenne che chiede un governo eletto dal popolo con la frase: “si elegge il Parlamento, non il Governo”. Seguaci di Mentana col diploma, che si sentono autorizzati a catechizzare un muratore cinquantenne con la terza media. 

Ma torniamo a Vincenzo Maisto, questo astro cadente del web, uno che il compianto Philippe Muray avrebbe incasellato sotto la voce “ribellocrate“. Con questa definizione il critico francese indicava i poveri fessi che, pur rappresentando l’ideologia dominante, sono convinti di battersi per i dominati e gli sfruttati. Nel momento in cui balbetta una critica da studente di seconda media contro la religione o sfotte una “mammina pancina”, il malauguratamente nostro Vincenzo Maistro, pensa di essere un aedo della giustizia sociale e un agente del progresso scritto a caratteri cubitali. Pia illusione! 

In realtà è solo un ciclostile umano di banalità inenarrabili e pregiudizi scontati. Saranno le sue ambizioni umanitarie o il suo femminismo da macho apparente, a dare alla sua pagina un nauseabondo odore di acido bromidrico. Il Signor Distruggere mi ricorda un altro ribellocrate, Gabriele Rubini, “passato alla storia” col soprannome di Chef Rubio

Entrambi hanno l’aria da duri (o tentano di darsela), la barba scura e spalmano i loro commenti sprezzanti e soporiferi con una facilità estrema, ma che cela, sotto la “dura scorza”, ideali nobili di liberazione della donna e amicizia tra i popoli. L’archetipo è il dott. Cox della serie televisiva Scrubs, il risultato finale è una sottospecie di Zorro progressista. Non conosco l’opinione di Maistro su Israele, ma temo sia simile a quella del bisunto Rubio: filopalestinese e, più in generale, filo-qualunque cosa abbia la pelle nera e sia simbolo di lotta all’oppressione. 

Il Signor Distruggere è il feticcio, la statuetta votiva del popolo dei cosiddetti «semicolti». Gli spazi virtuali della rete, indubbiamente, pullulano di complottisti, ossessionati e ignoranti, ma i loro avversari sono anche peggio. Si tratta perlopiù di giovani tra i sedici e i trent’anni, con una cultura superficiale e che, in genere, scrivono in un italiano corretto, ma privo di sfumature. Ostentano una conoscenza che non possiedono e si reputano intelligenti perché non credono a complotti ridicoli e vaccinano i figli. Sono un branco irritante, dal linguaggio stereotipato e con una tendenza preoccupante a darsi degli idoli e a credere, fideisticamente, in essi

Spesso leggerete il popolo di Maisto affermare: “bisognerebbe dare un patentino per votare” e “il popolo è ignorante”. Per questa schiera di cervelloni, quanti non leggono Saviano e non guardano Che Tempo Che Fa sono da classificarsi come “ignoranti”. Non si rendono conto di essere figli di spazzatura televisiva e letteraria spacciata per cultura. Come tutti gli ignoranti, si sopravvalutano e gonfiano il loro Ego prendendo in giro una massaia – ovviamente si dichiarano contro il bullismo e il cyberbullismo. Faticano ad accordare ciò che pensano a ciò praticano. 

Sono i figli di una cultura “media”, alla portata di tutti, straripante di banalità e ancorata al progressismo salottiero. Dileggiano quanti credono alle “fake news”, ma si bevono qualunque scemenza coli da “Repubblica”, “Open” o Il Signor Distruggere, che, per primo, ha spacciato per vere balle colossali (la storia delle maschere di bellezza al sangue). 

Vincenzo Maisto è un furbesco promotore di sé stesso. Quanti lo seguono sono uomini senza qualità che gli hanno appaltato il proprio senso critico. Sotto la maschera dell’anticonformismo spicciolo, troviamo, ancora una volta, il faccione carnascialesco della convenzionalità. Noia del web. 

Davide Cavaliere 

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