Il Detonatore

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SALVINI E LE ASSURDE ACCUSE DI RAZZISMO – IL CASO DI BEATRICE ION

La Sinistra, veramente, non conosce limiti nella sua bassezza morale. Ogni volta che un cretino commette un gesto ritenuto razzista, subito saltano tutti su a gridare contro Salvini, quasi fosse lui ad aver armato la mano del lestofante di turno. Ciò che più fa rabbia è che loro sanno benissimo che le cose non stanno in questi termini. L’ultimo caso verificatosi ne è l’ennesima prova.

È successo che una ragazza, Beatrice Ion, giocatrice della Nazionale azzurra paralimpica, sarebbe stata aggredita da uno sconosciuto, mentre occupava con la macchina il posto destinato ai diversamente abili – cosa che rientra assolutamente nei suoi diritti. La dinamica dei fatti è vagamente difficile da sviscerare: uno ti aggredisce con urla e insulti, per il tuo handicap e perché rumena, picchia tuo padre e se ne va. Per carità, è possibile, ma molto molto strano. Ricorda un po’ il famoso uovo tirato in faccia a Daisy Osakue, atleta italiana di colore. Anche nel suo caso si era parlato di aggressione a sfondo razziale, prima di scoprire che dietro c’erano quattro deficienti, uno dei quali figlio di un consigliere comunale del PD. A ogni modo, lasciamo a chi di dovere di indagare e veniamo al punto.

Dire che la responsabilità di simili gesti sarebbe da attribuirsi a Matteo Salvini è, nella migliore delle ipotesi indice di malafede, nella peggiore di stupidità. Premesso che si potrebbe sfidare chiunque a trovare una sola dichiarazione del politico in questione in cui questo inviterebbe ad assumere atteggiamenti violenti contro gli extracomunitari – e, in particolare, contro quelli come Beatrice che, a quanto pare, sarebbero perfettamente integrati nella comunità. Non ve ne sono. Inutile lambiccarsi il cervello in assurde ricerche su Google.

Ma ipotizziamo per un secondo che esistano. Se un politico venisse da a dirvi che dovete bere il vostro stesso piscio, voi lo fareste? Spero proprio di no, altrimenti siete dei dementi da internare. Similmente, pure se Salvini fosse Hitler redivivo, mica per questo io andrei in giro con una pistola a uccidere i richiedenti asilo. Vedete, c’è un problema, che la Sinistra, data anche la sua impostazione – che si chiama determinismo sociale –, non vuole capire: la responsabilità morale di ogni atto ricade sempre sul soggetto che lo compie. Se tuo padre ti ha insegnato a odiare e umiliare le donne, non è che per questo tu puoi menare tua moglie e giustificarti in eterno con “Ma, fin da bambino…”. Sei tu a picchiare tua moglie, non tuo padre. Ancora di più la regola risulta valida a livello di discorso politico. Se Salvini disprezzasse gli immigrati e lo dicesse, io non sarei costretto comunque a seguirlo sulla via dell’odio. Prova ne sia che tanta gente è tutto fuorché contraria all’immigrazione, malgrado lui lo sia – questo, sì, è vero. C’è un salto nella concatenazione causale e la Sinistra fa finta di non saperlo.

Altro punto fondamentale da capire è che equiparare ogni discorso antimmigrazionista a un discorso razzista è un assurdità logica. Ogni razzista è contro l’immigrazione, ma non ogni persona contraria all’immigrazione è razzista. Ci sono tanti motivi per avversare i flussi migratori: da quelli di ordine economico – non abbiamo i soldi neppure per gli italiani in difficoltà, figurarsi per tutta l’Africa –; a quelli sociali – una società di cinesi, bengalesi, nigeriani, rumeni, ecc, riuniti insieme sarà tutto ciò che si preferisce, ma non sarebbe più l’Italia. Ergo, pensare che tutti i sostenitori di Salvini siano gente che, a notte, invece di guardare una serie televisiva su Netflix, va a dare la caccia al nero è pura follia, o meglio becera propaganda. Il sostenitore succitato esprime un’opinione, protesta in manifestazione ed esercita democraticamente il suo diritto di voto sbarrando la casella Lega. Fine della storia. Il resto sono stronzate.

E, a ogni modo, voi ponetevi sempre una domanda: quante volte ho assistito a episodi esecrabili, quale quello di cui è stata vittima Beatrice? Io mai, personalmente. Vedo immigrati di ogni etnia girare liberamente, gente che acquista dai cinesi, altri che comprano rose dal pakistano. Nessuno li picchia o li ferisce – e ci mancherebbe altro.

Senza voler dunque insinuare che forse bisognerebbe indagare meglio cosa sia successo alla povera Beatrice – e sempre condannando la violenza –, mi corre l’obbligo di rassicurarla. Lei ha scritto su Facebook: “Non dite che il razzismo in Italia non esiste, perché io l’ho vissuto oggi dopo 16 anni che vivo qui e fa male”. Cara, scusa, come puoi dire che il razzismo esiste se tu, che in Italia ci vivi da sedici anni, è la prima volta che vieni aggredita? La mia solidarietà ma, per favore, tu mi offendi se dai a me e a tutti gli altri miei connazionali, che ti hanno sempre rispettata e ospitata, dei razzisti. Pensaci Beatrice, pensaci.

Matteo Fais

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