Il Detonatore

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L’EDITORIALE – NON È PIÙ TEMPO DI LIMITARSI A ESSERE MAGGIORANZA SILENZIOSA – BISOGNA ALZARE LA VOCE (di Matteo Fais)

Un tempo ci salvammo dai comunisti grazie a loro. Si chiamavano maggioranza silenziosa. Erano tutti quei bravi padri e madri di famiglia che, mentre i figli giocavano a fare i teppistelli all’università, votavano un po’ ovunque e in maggioranza per i partiti conservatori

Non si esprimevano in pubblico, con manifestazioni e proteste. Al massimo, al bar, durante la colazione, borbottavano sentendo il solito sinistrato dare fiato alle trombe ed esaltare Stalin o Mao. Si limitavano a mettere una croce, anche se non proprio convinti, sull’unico simbolo elettorale che, secondo loro, garantiva la salvezza contro la minaccia e la sedizione rivoluzionaria. 

Il fatto è che, a quei tempi, poteva bastare. I reazionari erano in maggioranza. Gli uomini erano uomini, le donne erano donne e i figli facevano i figli. L’ordine non era ancora stato sovvertito e persino uno di sinistra avrebbe riso della dicitura “genitore 1 e 2”. Ma non poteva durare. La marmaglia comunista aveva già preso il controllo dell’educazione e instillava ogni giorno, con pazienza diabolica, il suo veleno presso le giovani generazioni. Ora, quei figli sono i pensionati, o quasi pensionati, con un posto pubblico e il Vangelo progressista nel cuore. Orrore degli orrori, sono pure in combutta con i loro pargoli tramutatisi in Sardine e frequentatori dei centri (per disagiati) sociali.

Oggi, questa gente ha il potere. Padri, anzi genitori 1 e 2, e figli sono schierati dalla stessa parte della barricata a lanciare sassi e insulti. Eppure, resta viva una massa, non solo silenziosa ma silenziata, che non ne può più. È a loro che bisognerebbe rivolgersi, spiegando che non è più tempo di limitarsi a mettere la famosa croce nella cabina elettorale, in cui “Dio ti vede, Stalin no”. Contro questa canea di facinorosi che ringhia feroce e intimidisce, la maggioranza silenziosa ha un’unica possibilità: smettere di tacere e cominciare a urlare a sua volta, rispondere alla paura facendo paura.
Gli altri sono senza pietà. La presentazione di un libro di Adinolfi è stata presa d’assalto dalle carogne sghignazzanti vogliose di terrore e sbigottimento. Le Sentinelle in Piedi, ogni volta che si presentano in piazza con quel loro inutile silenzio borghese, vengono derise e umiliate da questi quattro sbandati che certo non protestano mai, da bravi deficienti, per questioni serie quali il lavoro – che, poco ma sicuro, tranne per i pochi raccomandati, manca anche per loro.

La Sinistra non è morta, è ora di farsene una ragione. È morto il marxismo, per far spazio al progressismo, ma loro sono più vivi che mai e assolutamente inarrestabili. E noi non dobbiamo continuare a subire, non possiamo più permetterci il silenzio. Alle loro urla, dobbiamo replicare col grido di battaglia. Arrivati a certo punto, bisogna scegliere se suscitare spavento o morire.

Matteo Fais 

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