Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

LE RICETTE DETONANTI – LA “PATATA” FRITTA

La patata è sempre importantissima, sia che si tratti di quella da friggere che di quella della femmina. Purtroppo, in entrambi i casi, le persone si improvvisano, non hanno competenza in materia.

Per una volta, sorvoliamo su quella femminile e sui suoi condimenti, per venire a quella raccolta da terra che, nelle intenzioni di questo articolo, andrebbe fritta.

Se chiedi in giro, tutti pensano di sapere come fare. Col cazzo! Friggere le patate è un’arte e ci vuole dunque un artista per portare in tavola qualcosa di significativo.

Tanto per cominciare, meglio comprare patate di campo e non da supermercato. Le prime terranno la cottura, le altre si sbricioleranno. La verità è che quelle del market sono solitamente pensate per essere lessate, perché in un paese di morti di fame la gente tende a bollire, visto che l’olio costa. A ogni modo, come per la fica, uno spesso si trova a prendere ciò che passa il convento. Vediamo come ottenere, sempre e comunque, i migliori risultati possibili.

Lavate le patate, poi pelatele. Vedete di non sprecarne la metà nel farlo. A quel punto, tagliatele a rondelle e lasciatele un’oretta a bagno nell’acqua, in modo tale da far perdere loro l’amido. Se volete, aggiungete pure una goccia di aceto. Potrà sembrare una cretinata, ma diventano davvero più buone. Io l’ho imparato da uno che aveva un ristorante, il quale non sapeva minimamente perché fosse meglio prendere tale accorgimento. Fatto sta che funziona, posso garantire – molte volte nella vita bisogna fidarsi e, tutto sommato, mica questo è il progetto del Ponte Morandi.

Frattanto, cominciate a far scaldare l’olio. L’extravergine è meglio, questo lo sa il docente universitario come quella che lava le scale, solo che il primo se lo può permettere e la seconda si deve contare gli spiccioli. Se anche voi lettori siete più vicini alla povera signora col secchio e lo straccio in mano, va bene qualsiasi olio di semi di girasoli. Ma pure il vario e quello di mais. Insomma, guardatevi in tasca e poi comprate, ognuno secondo la sua disponibilità.

Piuttosto, nessuno sa quanto debba essere caldo l’olio prima di cominciare a friggere. Per non saper né leggere né scrivere, voi fate la prova con una rondella. Se sfrigola, cominciate a gettare le altre. Non mettetene troppe, però, perché altrimenti si attaccano. Non si ripeterà mai abbastanza che cucinare vuol dire rompersi le palle di fronte ai fornelli. Così è anche per le patate fritte. Niente si cucina da solo, neppure in Italia dove i miracoli sono all’ordine del giorno e, mentre non si trovano mai gli autori di una strage, la vecchia pensionata che ha rubato una mela ha subito addosso una pattuglia.

Come vi dicevo, ci vuole tempo. Ricordatevi di farle girare ogni tanto – occhio, non usate le mani, o la forchetta, altrimenti finirete a pranzo al pronto soccorso. 

Preparatevi vicino un bel piatto da portata ricoperto di salviette. Scolate bene le patate, per favore. Mia nonna non lo faceva – credo le facessero male le braccia, ma non poteva permettersi una badante – e quindi ste patate ti finivano più sulla maglietta che in bocca. 

Il sale, non dimenticate il sale! Poi, ricoprite con salviette, sempre per asciugare bene. E, soprattutto, attenti quando decidete quante patate cucinare. Non so perché, ma se ne fanno sempre o troppe poche o troppe in più. Poi, beh, pazienza, la patata va sempre bene, anche se fredda – più o meno come la donna.

Bene, sono sicuro che adesso, dopo che vi sarete fatti due palle così per più di un’ora, avrete capito perché la gente le patatine fritte la gente se le fa fare in ristorante. Perché la fame è brutta, ma portare una buona pietanza in tavola è faticoso. Secondo voi, perché trionfano tutte queste trasmissioni di chef e cazzari simili? Semplice, è più bello vederli che stare al loro posto. Lo so cosa starete pensando: “ma quindi un video su YouPorn… ?”. Io non vi ho detto niente.

Matteo Fais

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