Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

LA VIRILITÀ PERDUTA E LA SOTTOMISSIONE DELL’EUROPA

Un articolo del Sole 24 Ore, del 26 Maggio 2018, riportava che i consumi di cosmesi maschile sono in costante crescita anzi, il settore dei prodotti di bellezza per l’uomo si sta rivelando uno dei più dinamici sul mercato. Dati che non smentiscono l’esperienza quotidiana.

Tutti abbiamo notato uomini sempre più curati nell’aspetto, al punto tale che il giornalista inglese Mark Simpson ha coniato il neologismo «metrosexual», per indicare quei giovani maschi che vivono nelle grandi città e ricorrono, spesso e volentieri, a cosmesi, «fitness», diete e depilazione. Simpson scriveva nel 1994, oggi il fenomeno sembra aver travalicato i confini delle metropoli. È solo un fatto estetico? Una moda passeggera?

Secondo due importanti intellettuali francesi, Alain De Benoist ed Eric Zemmour, no, c’è qualcosa di più. Per i due autori siamo in presenza di una vera e propria «femminilizzazione del maschio», tesi che hanno sostenuto nei loro saggi La femminilizzazione dell’Occidente e L’uomo maschio.

Nel primo libro Alain De Benoist sostiene che la post-modernità, incardinandosi su un’idea assoluta di uguaglianza, tenda ad annullare ogni differenza, compresa quella sessuale, producendo donne mascolinizzate e uomini femminilizzati. Le identità sessuali convergono fino ad annullarsi, il maschile e il femminile si cancellano a vantaggio di un modello androgino, riproposizione in chiave contemporanea del mito dell’androginia originaria.

Nel pamphlet L’uomo maschio, Zemmour, invece, sostiene che i maschi occidentali stanno smarrendo quelle qualità tradizionalmente considerate virili: forza, coraggio, senso dell’onore, autorità. La società post-bellica ha privilegiato le qualità da sempre associate alle donne: dolcezza, prudenza, compromesso, comprensione. Il maschio è passato da «Male breadwinner», colui che si guadagna il pane lavorando con fatica, a essere un elemento qualsiasi della famiglia e della società, privato di qualunque dimensionespecifica e privilegiata.

Questo contesto ha generato insicurezza nell’uomo che, invece di recuperare una virilità denunciata come tossica, ha iniziato a sperimentare nuove forme di «essere maschio», aprendosi ai lati più femminili del suo carattere e piegandosi al sentimentalismo delle donne. Per Zemmour non si tratta solo di una perdita di status, ma dello smarrimento della dimensione simbolica del maschio.

Fin dalle origini della civiltà, l’uomo è il padre che simboleggia la Legge (divina o umana) e il referente delle soggettività familiari, mentre la madre esprime, innanzitutto, il mondo degli affetti e dei bisogni. In Freud, il maschio-padre, è la figura che sottrae il figlio all’onnipotenza infantile e narcisistica, permettendo l’innesto nella società del bambino. Rappresenta il «terminus» del desiderio davanti alla Legge. È figura indispensabile ad una corretta configurazione del Sé. A livello estetico, ad esempio, il fatto che il maschio si depili, simboleggia una perdita della virilità: il pelo è, infatti, il tratto fisico che distingue l’uomo dalla donna e dal bambino.

Zemmour, che non si cura minimamente delle vestali del politicamente corretto, sostiene inoltre che questa virilità perduta stia consegnando la Francia e l’Europa all’Islam. Lo squagliamento dei valori maschili e l’adesione del Vecchio continente al catalogo dei valori storicamente femminili: pace, tolleranza, mitezza… impedisce alle nazioni europee di imporre la propria legge agli immigrati, rinunciando ad assimilarli e finendo per coccolarli con misure «ad hoc» che altro non sono che una negazione di sé, un atto di sottomissione.

L’Europa umanitaria, «aperta», come amano dire i progressisti, è un’Europa che si lascia «penetrare» dallo straniero, soprattutto se portatore di una cultura monolitica e patriarcale. La soluzione dolce dell’integrazione e dell’accoglienza ha prodotto il tribalismo delle banlieue, una generazione di immigrati islamici che vogliono «fottersi la Francia», come amano affermare. Zemmour nota che la teppaglia delle periferie prende di mira i simboli dell’amore di maman la France: scuole, mezzi pubblici, chiese. Non distruggono i simboli della presunta oppressione razziale intorno a cui sproloquia la Sinistra, ma le istituzioni che, con spirito di servizio, accolgono e assistono gli stranieri.

I maschi occidentali si sono, in pochi decenni, liberati del peso della loro mascolinità, delle responsabilità che la condizione maschile esigeva e ciò ha avuto un impatto devastante sulla società nel suo complesso, sempre meno favorevole alle nozioni di forza, autorità e ordine.

La soumission sembra essere il destino del maschio bianco. Prima, arresosi alle donne che lo volevano «fragile» e «sensibile»; adesso, vittima delle aggressioni verbali e fisiche degli islamisti e dei neri. Sebbene sia ancora presentato come un erede dei conquistadores, al momento non detiene più alcun potere né può vantare alcun «privilegio».

Il maschio bianco occidentale assomiglia a David Crockett asserragliato dentro Fort Alamo, assediato dalle femministe, dagli immigrati, dalla Sinistra e dalla crisi economica. Urge una reazione.

Davide Cavaliere

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *